Per un anno nuovo…
E’ appena iniziato il 2020, che nel numero porta i germi della rinascita, di una seconda possibilità. Un numero così mi fa pensare in realtà alle infinite seconde possibilità che la vita ci offre, in ogni campo. L’importante è riconoscerle. Nel nostro campo, quello in cui si combatte una guerra senza sosta alla SLA, non ci si può permettere una distrazione, ma soprattutto si deve dare il massimo, sempre. Non sfuggiremo mai alla sensazione di non aver fatto abbastanza, e al senso di impotenza per non essere riusciti ancora a fermare una malattia che ci porta via gli affetti più cari, le persone più belle. Però penseremo anche che potremo impegnarci meglio domani, che ci sono tante cose da fare, ma che un po’ alla volta le faremo, tutte. Non siamo soli. Gli sguardi dei nostri combattenti ci incoraggiano a non mollare, a non arrenderci mai. In alcuni casi speciali, in quello di Patrizia in particolare, che con le sue parole riesce a rinnovare i germi della speranza più pura e più tenace ogni giorno, grazie a loro si vince ogni sfiducia e si affronta ogni difficoltà, a testa alta e con cuore impavido!
Il lavoro è immane, tanto per sostenere e supportare chi vive la malattia in prima persona, quanto per aiutare i familiari.Ma non è questo che ci spaventa. Si parte con impegno dalle piccole cose, quelle della vita di tutti i giorni… fondamentale anche solo porgere un cuscino per lenire un dolore, smorzare una luce per togliere un fastidioso riverbero…e via via riconoscere tutti i bisogni di una condizione che non trova definizione nel catalogo delle malattie più dolorose, forse perché è la più dolorosa. Si spera di poter definire finalmente, con l’aiuto dei medici specialisti e di tutti i ruoli istituzionali coinvolti nel problema, un percorso assistenziale chiaro e definito. Si guarda con attesa e fiducia al lavoro dei ricercatori. La preghiera più grande è che si trovi una cura, presto.
Quello che spaventa è l’indifferenza, la superficiale ignoranza del problema, la svogliata disattenzione ad un mondo, quello della SLA, che è difficile per alcuni anche solo immaginare.
Si può però pensare che esiste una seconda possibilità anche per gli indifferenti e i disattenti, per chi fino ad ora non ha riconosciuto il senso vero della vita: qualcosa di buono per gli altri. Sempre.
Buon anno nuovo… a tutti!
Rita Bianco